Auriga

Prolungando di circa quattro volte l’allineamento tra Megrez e Dubhe (la Delta e la Alfa rispettivamente) dell’Orsa Maggiore arriviamo alla costellazione dell’Auriga, formata da un grande pentagono di stelle (fig.1). Poiché l’Orsa Maggiore, in questo periodo è bassa sull’orizzonte nord, potreste avere difficoltà a rintracciarla. Allora prendete come riferimento la Polare e spostatevi verso est fino ad incontrare una stella molto brillante, con una colorazione che la pone a metà strada tra la bianchissima Vega della Lira e l’arancione Arturo dei Bootes: è Capella (la “Capra”), la stella più luminosa del pentagono dell’Auriga, con una magnitudine prossima allo zero. Non vi potete sbagliare! Dista 42 a.l. ed è luminosa 128 volte il Sole. Ha accanto un piccolo triangolo di stelle più deboli (i “Capretti”). La stella Alnath, sulla base del pentagono, anticamente chiamata Gamma Aurigae, è ora conosciuta ufficialmente come Beta Tauri, cioè non appartiene più alla costellazione dell’Auriga ma alla costellazione del Toro.

La costellazione rappresenta un cocchiere (fig.2) che trasporta sulle spalle una capra e regge due o tre capretti in una mano e una frusta nell’altra. Il cocchiere è generalmente identificato con Mirtilo, figlio di Ermes (messaggero degli dei), e cocchiere del re Enomao. Egli tradì il suo padrone manomettendo il cocchio e facendolo morire per esaudire il desiderio della figlia di Enomao, Ippodamia, che si era innamorata di Pelope. L’oracolo aveva infatti predetto ad Enomao che sarebbe stato ucciso dal futuro genero ed egli, per non concedere in sposa la figlia, sfidava tutti i pretendenti ad una corsa con un cocchio. La posta in gioco era la mano della figlia nel caso in cui avesse vinto o, in caso contrario, la morte, ben sapendo di essere invincibile poiché possedeva i cavalli più veloci del mondo. Pelope, con l’inganno, vinse la gara e sposò Ippodamia, ma rifiutò di ricompensare il cocchiere gettandolo in mare. Mirtilo, mentre annegava, lo maledisse insieme a tutta la sua stirpe. Ermes, per ricordare il figlio, lo trasformò nella costellazione dell’Auriga.

L’Auriga è una costellazione attraversata dalla Via Lattea e contiene tre ammassi aperti alla portata di un binocolo e di un cielo buio: M36, M37 e M38 che si trovano su una linea leggermente curva. M37 è il più brillante e il più ricco di stelle (circa 150) e si trova ad una distanza di 3600 a.l. L’ammasso non è lontano dalla congiungente di theta Aurigae e Almath (beta Tauri). Più o meno alla stessa distanza dalla congiungente le stelle theta e Almath, ma dalla parte opposta, leggermente spostato verso destra troviamo M36, il meno esteso e luminoso dei tre: contiene circa 80 stelle. Alcuni lo hanno definito “un ammasso sgraziato” mentre altri ci vedono un granchio, per la forma ad Y. M38 si trova circa a metà strada tra le stelle theta e Hassaleh: è grande quasi quanto M37 e contiene almeno 100 stelle. Alcuni vi distinguono una P o una croce.

 

  

Pillole di astronomia

Solo 264 stelle hanno nomi propri, circa 170 hanno nomi arabi o derivati dall’arabo come Vega, Deneb e Altair , 27 hanno nomi latini come Regolo e la Polare e 22 greci come Arturo e Sirio, La maggior parte corrispondono alle stelle che già nel catalogo di Tolomeo (II sec. d.C.) avevano nomi propri. Per quanto riguarda i nomi derivati dall’arabo non sempre il significato del termine è compiuto in quanto sono giunti a noi attraverso deformazioni, riscritture e traduzioni varie Ma le stelle visibili ad occhio nudo sono molte di più e vengono generalmente indicate con lettere dell’alfabeto greco seguite dal genitivo del nome latino della costellazione: Alfa la più luminosa, Beta quella immediatamente meno luminosa e così via anche se questo ordine non è sempre rispettato. La stella più brillante dell’Auriga, Capella, si chiama Alfa Aurigae. Quando, per ciascuna costellazione sono esaurite le lettere greche si passa alle lettere latine.