Le Costellazioni
pagina web curata da Giovanna Cozzari
Gemelli
Se prolunghiamo verso l’alto la linea che unisce Rigel a Betelgeuse si arriva alla costellazione dei Gemelli.
Le due stelle più brillanti sono Castore, in alto, e Polluce, in basso, appunto i due Gemelli.
La stella più luminosa della costellazione è Polluce, di colore giallo-arancio mentre Castore,è di colore bianco. Quest’ultima è individuata con la prima lettera dell’alfabeto greco anche se è inferiore come luminosità a Polluce, la Beta. Non si sa se è un errore di Bayer (inventore di questo metodo di classificazione) o a una effettiva variazione di luminosità.
Prolungando di un uguale lunghezza la linea che congiunge Saiph (il piede sinistro di Orione) con Betelgeuse, leggermente sulla sinistra, troviamo l’ammasso aperto M35. Possiamo anche partire dal corno inferiore del Toro, spostarci di circa 8°, sulla destra a meno di un grado è visibile M35 (fig.2). E’ un ammasso aperto di grandi dimensioni, visibile come macchia luminosa anche ad occhio nudo. Con un binocolo si osservano solo le stelle più brillanti. La distanza è stimata in 2200 a.l.. Osservate l’immagine ripresa al telescopio di Santa Lucia: le componenti sono disposte in lunghe catene circolari e lasciano quasi priva di stelle la parte centrale.
Nella mitologia greca i gemelli erano i figli di Leda, moglie del re di Sparta, nati dallo stesso uovo ma uno da un padre mortale e l’altro da padre divino (Zeus): Castore aveva una natura mortale ed era un abile domatore di cavalli e Polluce era immortale e primeggiava nel pugilato. La loro vita fu ricca di avventure: in un feroce combattimento furono uccisi e Giove, appresa la notizia portò Polluce in cielo. Questi, non sopportando l’eterna separazione dal gemello mortale, chiese al padre di sostituire la morte del fratello con la sua, rinunciando così all’immortalità. Zeus commosso, concesse ai due gemelli la possibilità di vivere insieme, un giorno sull’Olimpo come creature immortali, e un giorno nell’Averno come esseri mortali. Le loro figure furono portate in cielo sotto forma di asterismi.
Figura 2 |
M35 – Antonio Vagnozzi |