Il Delfino e il Cavallino sono due piccole ma antiche costellazioni, già citate da Tolomeo nell’Almagesto e poste tra l’Aquila e l’Acquario. La prima è facile da trovare: basta allungare di un paio di volte il segmento che congiunge Deneb e epsilon (ε) Cygni, ”l’ala destra” del grande Cigno, per arrivare al grazioso Delfino, dall’inconfondibile forma a rombo, un piccolo aquilone, con una quinta stellina che costituisce la coda del mammifero marino. Le cinque stelle principali hanno magnitudine compresa tra 3’9 e 4,4 e questa uniformità favorisce molto l’identificazione della costellazione. Secondo la leggenda, i delfini erano usati come messaggeri da Poseidone, dio del mare: non si sa a quale dei tanti citati nella mitologia la costellazione faccia riferimento. Forse quello che aiutò Poseidone nel corteggiamento della moglie, la sirena Anfitrite o forse quello, come riportato da Ovidio, che salvò la vita al poeta e musicista Airone. Questo abilissimo suonatore di lira, di ritorno da una serie di concerti in Grecia, fu assalito dai marinai e salvato da un delfino che lo prese sul dorso e lo portò a riva. Apollo, dio della musica e della poesia, mise il delfino tra le costellazioni insieme alla lira di Airone che è rappresentata dalla costellazione della Lira. Una simpatica storiella accompagna le stelle alfa (α) e beta (β) della costellazione, alle quali, nel 1814, Giuseppe Piazzi, direttore dell’osservatorio di Palermo, e il suo assistente Niccolò Cacciatore assegnarono i criptici nomi di Sualocin e Rotanev, senza commentare la strana scelta. Circa cinquant’anni dopo si scoprì che i due nomi letti al rovescio formavano le parole latine Nicolaus Venator, latinizzazione del nome di Niccolò Cacciatore. I due nomi non sono ufficialmente riconosciuti dall’Unione Astronomica Internazionale ma si perpetuano tra gli appassionati di astronomia per la loro origine curiosa.
Il Cavallino è una costellazione molto piccola che si trova tra il Delfino e Pegaso; le quattro stelle principali formano un trapezio. Kitalfa, il vecchio nome proprio della stella alfa (α), viene dall’arabo Kitalphard, che significa “i quarti anteriori del cavallo”. Non è ben conosciuta l’origine del Cavallino anche se elencato da Tolomeo; forse rappresenta il puledro dato in dono da Mercurio a Castore, uno dei “gemelli celesti”. La costellazione detiene il primato di essere la più piccola dell’emisfero Boreale.