La costellazione del Centauro, viene associata automaticamente all’emisfero australe, ma in realtà è visibile anche, per una significativa porzione, dal Nord Italia, e, per chi osserva dal nostro meridione, sono visibili tutti gli oggetti principali (ma non le celebri stelle alfa e beta, che appena sfiorano l’orizzonte alla latitudine del Cairo). E’ una costellazione molto grande e molto antica (una delle 48 di Tolomeo). La figura dei centauri, esseri mitologici in parte uomo e in parte cavallo, ha le sue radici nell’arte assiro babilonese. Il più celebre mito associato all’origine dei centauri narra che essi nacquero dalla relazione di Crono, padre di Giove, con la ninfa Filira. La particolare progenie deriva dal fatto che Crono si trasformava in cavallo durante le sue visite alla ninfa. Tornando alla costellazione, essa rappresenta il centauro Chirone, che a differenza degli altri centauri brutali e di fattezze mostruose, fu amico degli uomini ed abile musicista, poeta, matematico e medico. Avrebbe inventato le costellazioni per aiutare gli Argonauti nel loro difficile viaggio. Divenne maestro di molti eroi fra cui Ercole, che lo ferì accidentalmente con una freccia avvelenata con il sangue dell’Idra di Lerna. Chirone in preda a grandi sofferenze, ma senza alcuna possibilità di morire essendo immortale, rinunciò alla sua immortalità a favore di Prometeo e Giove, commosso da questo gesto generoso, lo collocò fra le stelle.
La costellazione ha un’estensione imponente ed annovera due oggetti speciali ovvero il sistema stellare più vicino al Sistema Solare (alfa Centauri, sistema triplo che comprende la famosa Proxima Centauri, così chiamata perché dista da noi appena 4,2 a.l.) e l’ammasso globulare più grande e spettacolare del cielo, Omega Centauri, visibile dall’Italia attaccato all’orizzonte, più grande della Luna piena. Tra le “zampe” della figura mitologica, letteralmente incastonata nel confine meridionale del Centauro, in piena Via Lattea, si trova la splendida costellazione della Croce del Sud, invisibile dall’Italia. Duemila anni fa, da Palermo alfa e beta Centauri erano visibili, sia pure rasenti all’orizzonte, come pure la Croce: oggi il lentissimo moto di precessione rende la vista impossibile. Per rintracciare la costellazione basta spostarsi verso sud, dopo aver attraversato la coda dell’Idra.