A cura di Giovanna Cozzari
Orione
Orione, la più bella costellazione invernale, anzi probabilmente la più bella in assoluto, a metà gennaio, passa in meridiano, ad un’altezza a metà tra lo zenit e l’orizzonte. La costellazione è formata da un grande rettangolo, con i vertici costituiti da quattro stelle molto luminose (fig.1). Le più brillanti sono la rossa Betelgeuse (“la spalla”), in alto a sinistra, e la bianca Rigel (“il piede”), in basso a destra. Quest’ultima si trova a ben 773 a.l. e brilla 44 mila volte più del Sole: è un vero faro cosmico. Betelgeuse, invece, è così grande da contenere l’orbita di Marte se fosse al posto del Sole. Le altre due del rettangolo sono Bellatrix, in alto a destra, e Saiph, in basso a sinistra. In mezzo alle quattro stelle principali se ne scorgono facilmente tre allineate e ugualmente spaziate: la “cintura di Orione” o i Tre Re. Sotto la cintura, tre stelle, poste quasi perpendicolarmente, indicano la posizione della spada. Intorno alla stella centrale delle tre, chiamata il Trapezio, perché al telescopio si rivela come una bellissima stella quadrupla, si trova la grande Nebulosa di Orione (M42), appena visibile ad occhio nudo come bagliore verdastro non ben definito. Ma un cielo scuro e un buon binocolo sono sufficienti per evidenziare la nuvola grigio verde. La nebulosa di Orione è una vasta nube di materia costituita essenzialmente da idrogeno, elemento dal quale si formano le stelle (fig.4). La distanza è stimata in 1600 a.l. e al suo interno vengono continuamente create nuove stelle. Vicino alla stella più orientale della cintura si trova la famosa nebulosa “Testa di cavallo”, protuberanza di materia oscura che assomiglia più alla testa di un cavalluccio marino che a quella di un cavallo. Praticamente questa nebulosa non si vede visualmente, ma si può fotografare anche con apparecchiature relativamente modeste. Torniamo alla Cintura di Orione, uno dei più noti asterismi del cielo: tre stelle ugualmente luminose e disposte in una linea diritta, che hanno sempre colpito la fantasia e l’immaginazione degli osservatori, anche occasionali, del cielo. Le tre stelle (i Tre Re), partendo dal basso a sinistra verso l’alto a destra, sono Alnitak, Alnilam e Mintaka e fanno parte del notevole ammasso stellare aperto Collinder 70, scoperto dall’astronomo svedese Per Collinder. L’ammasso è così esteso che si appezza meglio attraverso un binocolo (fig.3). Le sue stelle sono tutte molto giovani e calde e si trovano ad una distanza di circa 900 a.l..Tra Alnilam e Mintaka è visibile l’allineamento stellare a forma di “S”.
Puntando il binocolo verso M42 (fig.3), molto vicino, sul lato più vicino al Trapezio, è visibile M43 che appare come una piccola e debole macchia. Appena sopra a M43, si trova un ammasso stellare, NGC 1977, che al binocolo mostra solo una stella debole e due più brillanti, all’interno di una diafana nebulosità. La nebulosa in NGC 1977 è difficile da vedere: occorrono cieli molto bui. Spostandoci un po’ più lontano, verso nord, si vedono le stelle di un ammasso più evidente, NGC 1981. Attraverso il binocolo si vedono una dozzina di stelle che sembrano tracciare il percorso di una palla che rimbalza. Guardando a sud di M42 troviamo un altro ammasso aperto: NGC 1980. Al binocolo appare come un gruppo sparso di una dozzina d stelle che include una coppia stretta ad una estremità. La stella più brillante è Iota, una bella doppia per piccoli telescopi.
Questa costellazione fu dedicata dai Greci al gigante cacciatore di nome Orione, il più bello e il più imponente tra gli uomini (fig. 4). Egli si vantava di poter uccidere qualsiasi animale. Ma la sua vanità fu punita dallo Scorpione, che lo uccise con il suo pungiglione. In seguito essi vennero posti in cielo, ma in direzioni opposte sulla volta celeste, in modo che non si trovassero mai contemporaneamente al di sopra dell’orizzonte.
Fig. 1 – La costellazione di Orione
Fig. 2 – La cintura di Orione al binocolo
M42 – Antonio Vagnozzi