Orsa Maggiore

A cura di Giovanna Cozzari

Orsa Maggiore e Orsa Minore (1 parte)

L’Orsa maggiore è la principale costellazione circumpolare boreale; è una delle più luminose e la più  facile da rintracciare. La figura completa della costellazione è quella di un orsa con i quarti posteriori evidenti, il grande animale mitologico che veglia le regioni polari. Il fatto che parecchie culture nell’antichità abbiano associato a queste stelle un’orsa, è forse da ricercare nel fatto che in passato le stelle del carro e dell’Orsa maggiore erano più vicine al polo nord e l’orso era un animale che veniva associato al freddo, e quindi anche al nord. Il nostro termine artico infatti deriva dal greco arctos, che significa appunto orso. Dal mondo greco provengono le due leggende che interessano proprio le stelle dell’Orsa, la prima delle quali riguarda l’infanzia di Zeus. Crono, il padre di Zeus, temendo di essere spodestato dai suoi figli, li divorava non appena nascevano. Quando venne il turno di Zeus, la moglie Rea porse al padre snaturato una pietra avvolta nelle fasce e affidò il piccolo alle cure di due ninfe . Divenuto adulto Zeus spodestò il padre e come segno di riconoscenza nei confronti delle due nutrici mise in cielo Elice e Cynosura, sotto forma di costellazioni, rispettivamente la grande e la piccola Orsa. Arato chiama l’Orsa Maggiore Elica, a causa del moto rotatorio intorno al polo nord e spiega che i navigatori greci utilizzavano queste stelle per orientarsi a differenza dei navigatori Fenici , che invece utilizzavano l’Orsa Minore che Arato chiama Cynosura. La seconda leggenda viene anche narrata da Ovidio nelle Metamorfosi: la ninfa Callisto, figlia del re dell’Arcadia e ancella della dea Diana fu rapita e sedotta da Giove. Callisto tentò di nascondere la gravidanza, ma un giorno, quando le cacciatrici decisero di fare il bagno nude dopo una battuta di caccia, venne alla luce la verità e la fanciulla venne allontanata da Diana e dalle compagne. Dopo la nascita del bambino, che venne chiamato Arcade, Giunone, moglie di Giove, decise di vendicarsi della rivale trasformandola in un orsa goffa e irsuta. Arcade crebbe e divenne un esperto cacciatore; un giorno Callisto si imbatte in Arcade e cercò di manifestare la propria gioia per l’incontro con il figlio, ma riuscì solo ad esprimersi per mezzo di grugniti. Prima che Arcade scagliasse la freccia avvelenata contro l’orsa, intervenne Giove che trasportò madre e figlio in cielo sottoforma di costellazioni. Arcade divenne il fedele guardiano celeste dell’Orsa, quello che noi chiamiamo il Bootes, dominato dalla stella Arturo, il cui nome significa appunto Guardiano dell’Orsa. Secondo un’altra versione, Zeus pose madre e figlio in cielo come Orsa Maggiore e Orsa Minore. E’ interessante riportare un fatto curioso: la coda, formata dalle tre stelle del Carro, appare un po’ lunga per un’orsa, ma ciò è spiegato con il fatto che Giove lanciò l’orsa in cielo per la coda che, di conseguenza, si allungò. Le sette stelle principali formano il Grande Carro. Nel corso dei millenni ha ricevuto più nomi: gli arabi vi intravedevano una carovana, i romani dei buoi aratori, perché il ruotare di queste stelle intorno al polo aveva suggerito l’immagine dei buoi che arano un campo girando intorno (septem triones, i sette buoi, da cui deriva il termine settentrione per indicare il nord) gli indiani dell’America del Nord un mestolo.

Orsa Maggiore

Orsa Minore

 

Pillole di astronomia

Le costellazioni ( cum stella: insieme di stelle) sono aggruppamenti casuali di stelle, poste a diversa profondità nello spazio, aggruppamenti letti in modo diverso dai vari popoli (vi vedevano figure di persone, animali ecc.) Non sono autentiche realtà fisiche. Servono unicamente per rintracciare e riconoscere facilmente le stelle visibili ad occhio nudo. (si prendono come base le stelle più luminose, si uniscono e si formano le costellazioni). Sono aggruppamenti sempre e solo apparenti, dovuti soltanto alla nostra peculiare posizione nello spazio, perché le stelle che le compongono sono poste a diverse distanze da noi, e quindi si trovano, nello spazio, anche a distanze reciproche molto diverse. Ai vari aggruppamenti i popoli dell’Asia minore hanno dato nomi fantasiosi che solo in qualche caso derivano dall’immagine suggerita alla fantasia dalla disposizione delle stelle. L’origine delle costellazioni nasce dal bisogno di umanizzare la tremenda oscurità della notte proiettando nel cielo, come in uno schermo, le imprese e le personificazioni di animali, eroi, dei. Più in particolare, nasce da necessità pratiche quali la misurazione del tempo di notte, l’elaborazione di un calendario utile a scopi agricoli o rituali, l’orientamento nel deserto o in mezzo al mare, lontano da riferimenti sicuri. Delle 88 costellazioni che oggi sono rimaste, una parte, oltre una quarantina, sono di origine greca e di queste, almeno le principali, a loro volta, risalgono a tempi remoti poiché provengono dall’antica Mesopotamia.