Orsa Minore

A cura di GiovannaCozzari

Orsa Maggiore e Orsa Minore( 2 parte)

Le due costellazioni dell’Orsa Maggiore e Orsa Minore sono più conosciute con il nome di Grande e Piccolo Carro: in effetti questi ultimi sono solo una parte (la più facilmente visibile) delle due costellazioni dell’Orsa Minore e Orsa Maggiore.

L’ultima stella del timone del Piccolo Carro è la famosa Polare, la stella che attualmente ci indica il Nord celeste. Riuscire a rintracciarla, è determinante per orientarsi in cielo. Questo è molto facile: basta prolungare di quattro volte e mezzo la distanza che separa  le due ultime stelle del Grande Carro, nella direzione che dalla meno luminosa conduce alla più luminosa, per giungere alla Polare. Se il cielo non è perfettamente buio è piuttosto difficile individuare la Polare direttamente dal Piccolo Carro perché le sette stelle che lo caratterizzano non sono sempre perfettamente visibili. Inoltre la Polare non è una stella particolarmente luminosa: la sua fortuna è dovuta al fatto che si trova, attualmente, a poco meno di un grado dal polo Nord celeste e in una zona di cielo relativamente povera di stelle. Fortuna recente, perché il Polo Nord celeste non è sempre stato indicato dalla Polare. Nel 3000 a.C. era indicato dalla stella Thuban della costellazione del Dragone e verso l’anno 14000 Vega, la stella più brillante del nostro emisfero, nella costellazione della Lira, sarà la stella Polare alla distanza di quattro gradi dal Polo celeste. Questo è dovuto alla precessione luni-solare  che è un oscillazione dell’asse terrestre simile a quello di una trottola (l’attrazione  combinata del Sole e della Luna cui si oppone la rotazione della Terra fanno descrivere all’asse terrestre un doppio cono) che si compie in circa 26.000 anni. Al polo Sud  la polare è  s Octantis, che si trova a meno di un grado dal polo Sud. Questa stella è però poco luminosa (meno della Polare) per cui si preferisce utilizzare, per trovare il Polo Sud, la Croce del Sud, costellazione costituita da stelle molto luminose ma che si trova a circa 30° dal Polo Sud celeste.

Nel Grande Carro la stella più famosa è certamente Mizar, la stella centrale del timone. Se la osserviamo ad occhio nudo riusciamo a vedere vicino un’altra stellina chiamata Alcor, “il Cavaliere”. Gli arabi intorno al X secolo consideravano una prova di vista acuta distinguere Alcor: oggi è alla portata di una vista normale. E’ possibile che da allora si sia un po’ allontanata o che sia diventata un po’ più luminosa. Alcor e Mizar vengono definite stelle doppie cioè coppia di stelle che orbitano l’una attorno all’altra. E’ una delle poche doppie visibili ad occhio nudo. Se osserviamo Mizar con un telescopio vediamo che anch’essa è doppia: MizarA e MizarB. E’ la prima doppia scoperta al telescopio, nel lontano 1650. Le sorprese continuano! MizarA e MizarB sono a loro volta doppie spettroscopiche, così definite perché sono costituite da due stelle talmente vicine che non  è possibile separarle visivamente e la duplicità è rivelata soltanto dall’analisi, per mezzo di uno strumento chiamato spettroscopio, della luce che proviene dalla stella. Per cui, dove noi vediamo ad occhio nudo una singola stella, in realtà ce ne sono quattro. Se poi consideriamo che anche Alcor è una doppia spettroscopica, il sistema Alcor e Mizar è formato da ben sei componenti! Devo precisare che le stelle doppie sono molto comuni: il 60% delle stelle sono doppie (alcune anche triple o quadruple).

E adesso una curiosità. La fibra tessile Meraklon, prodotta dalla Polymer, deve il suo nome proprio alla stella Merak del Grande Carro, uno degli Indicatori per rintracciare la Polare. Sembra che il nome sia stato suggerito dalla moglie dell’allora Presidente della Polymer (il suffisso lon  è tipico di molti nomi di fibre sintetiche), forse appassionata del cielo.

 

Pillole di astronomia

Guardando il cielo si ha la sensazione che la Terra sia al centro di una enorme sfera sulla quale vediamo proiettati tutti gli astri. L’asse terrestre, prolungato nello spazio, incontra la sfera Celeste nei due Poli celesti Nord e Sud e, dal lato del Polo Nord, sfiora la stella Polare.

Proprio perché il cielo stellato ha l’apparenza di una grande sfera, le stelle sembrano separate da un arco di segmento di cerchio e possiamo quindi misurare la dimensione apparente di un oggetto in cielo o la distanza tra due oggetti in gradi e frazioni di grado (1° sono 60 primi di arco; 1’ sono 60 secondi di arco). Per fare questo, in assenza di uno strumento specifico, possiamo usare la mano, diciamo così, appoggiata sulla volta celeste alla distanza del braccio disteso. La larghezza della punta del mignolo è quasi esattamente un grado (abbastanza per coprire la Luna e il Sole, che hanno un diametro di circa mezzo grado). Gli Indicatori del Grande Carro, sono distanti circa 5°, quanto misurano l’indice, il medio e l’anulare messi insieme. Il pugno chiuso copre uno spazio corrispondente a 10°, mentre la distanza tra mignolo e indice è di 15°. Infine la distanza tra mignolo e pollice divaricati è di circa 25°, quanto la lunghezza del Grande Carro.