A cura di Giovanna Cozzari
Pegaso
L’arrivo dell’autunno è annunciato dalla comparsa del “Grande Quadrato di Pegaso”, inconfondibile in cielo. Comunque, servendoci sempre del Grande Carro e prolungando la linea che unisce le ultime due stelle delle ruote, passando per la Polare, ci troviamo pressoché al centro del Quadrato Esso dista circa il doppio dell’intervallo tra Dubhe (uno degli Indicatori) e la Polare. Oppure, se la vista del Grande Carro è impedita da alberi o luci (in autunno è appena sopra l’orizzonte settentrionale) possiamo cercare sopra la nostra testa Cassiopea, dalla caratteristica forma a W e prolungare la linea che unisce le stelle interne della V più chiusa: arriviamo sempre al centro del quadrato. La costellazione di Pegaso è conosciuta fin dall’antichità ma è un mistero perché in questo quadrilatero vedessero un cavallo, oltretutto rovesciato. Ci sono due leggende legate a questa figura celeste: una già la conosciamo e riguarda Perseo che, cavalcando Pegaso, sconfisse il terribile mostro rappresentato dalla Balena e riuscì a salvare la bella Andromeda. L’altra narra che Pegaso nacque dal sangue di Medusa e dalla schiuma del mare. Venne domato da Bellerofonte che lo utilizzò per uccidere il mostro Chimera. Nel quadrilatero la stella più vicina a Cassiopea non appartiene a Pegaso ma fa parte della costellazione di Andromeda.
Pillole di Astronomia
È noto a tutti che le stelle e i pianeti non hanno la stessa luminosità: le magnitudini ( abbreviazione mag.) rappresentano proprio la scala di luminosità degli oggetti celesti. Per motivi storici, quanto più la magnitudine (dal latino, grandezza) è negativa tanto più brillante è l’oggetto, quanto più è positiva tanto più è fievole. Il salto da una magnitudine all’altra corrisponde a un salto di luminosità di un fattore 2,5, cioè una stella di mag. 1 è 2,5 volte più luminosa di una di mag. 2 e ben 100 volte più brillante di una di mag. 6, la minima mag. che può essere percepita ad occhio nudo in una notte serena. Le magnitudini arrivano fino a 30, corrispondente agli oggetti più deboli, individuabili con il telescopio spaziale Hubble; all’estremo opposto la magnitudine del Sole è -26, cioè seimila miliardi di volte più luminosa di una di sesta. Sirio, la stella più brillante del nostro cielo è di magnitudine -1. Solo Giove (-3), Venere (-4) e Marte (che varia da +2 a -3) sono più luminosi.