A cura di Giovanna Cozzari
Scudo
Spostandoci ora più ad ovest, tra il Sagittario, la coda del Serpente e l’Aquila, letteralmente incastonata nella Via Lattea, ecco la piccola costellazione dello Scudo. E’ una costellazione recente, inventata da Hevelius nel 1690, e denominata in origine “Scutum Sobiescianum”, in onore di Giovanni III re di Polonia (in polacco, Jan Sobieski ) che liberò Vienna nel 1683 dall’assedio dei Turchi, l’unico personaggio storico cui sia dedicata un’intera costellazione. Le stelle dello Scudo non formano una figura ben definita, tuttavia, se vengono incluse alcune stelle dell’Aquila, è possibile delineare un ovale abbastanza riconoscibile (fig. 2). Lo Scudo è più facilmente individuabile grazie alla presenza di una nube stellare, un brillante “grumo” della Via Lattea di forma approssimativamente circolare con tre stelle relativamente luminose nella parte settentrionale. Nella parte nord- orientale della nube è situato lo splendido ammasso aperto M11, detto “delle anatre selvatiche”, perché ricorda in qualche modo il volo delle anatre selvatiche. Con un binocolo 7×50 appare simile a una densa macchia nebbiosa di piccole dimensioni.