Un fiore all’occhiello della ricerca amatoriale
L’osservatorio astronomico S. Lucia di Stroncone
Tonino Scacciafratte
Pres. A.T.A.M.B.
A pochi passi da Terni, vicino alla chiesetta di S. Lucia, nascosta ai passanti che da Collescipoli si recano a Stroncone, spunta da un ripido declivio collinare una cupola, che al calare della sera, si gira di spalle alla fastidiosa luce di Terni, si ripara timidamente dai lampioni di Stroncone, e punta i suoi telescopi a meridione, per catturare immagini provenienti dall’universo profondo. Lo fa con fare timido, appunto, come timido, riservato e modesto è Antonio Vagnozzi (che da ora in poi chiameremo, con il solo nome di Tonino), il proprietario, che da più di trentacinque anni, costantemente, riversa nell’astronomia tutto il tempo e le forze che gli restano dopo il suo lavoro da imprenditore. Lavora sedicenne presso l’officina Paperoni di Terni quando, contribuendo alla costruzione di pezzi meccanici per il supporto del nuovo telescopio di S. Erasmo, inizia il suo interesse verso l’astronomia e comincia a frequentare assiduamente l’osservatorio di cui sopra. Inizia a fabbricare specchi, attrezzature meccaniche ed elettriche con tale entusiasmo, che viene aiutato a costruire un osservatorio tutto per sè e sul terreno adiacente la casa abitata, in zona S. Lucia appunto, installa un telescopio riflettore autocostruito di 300 mm di diametro, riparato da uno spartano box in lamiera nel lontano 1975. Possiamo a ben ragione definire il box spartano visto che un temporale più violento degli altri lo distrugge completamente pochi anni dopo. Dicevo pocanzi che era timido e riservato, dimenticavo però che è anche testardo, caparbio e risoluto: il vento glielo ha distrutto, e lui come il vento se ne costruisce uno vero in muratura!. Lo copre con una cupola anch’essa autocostruita e al centro , su un basamento di cemento isolato dal resto della struttura per evitare eventuali vibrazioni, posiziona un telescopio riflettore di 500 mm di diametro acquistato dalla “Costruzioni ottiche ZEN” di Venezia. E’ un grande balzo in avanti. La configurazione ottica Ritchey-Cretien di questo telescopio, per intenderci, è la stessa del telescopio spaziale Hubble che si trova a 600 km. di altezza ben al di sopra della nostra atmosfera. Si ottengono delle immagini che per nitidezza e risoluzione sono superiori, a parità di dimensioni, a tutti gli altri telescopi che si trovano in commercio. Tonino, per un po’ di tempo si diverte con questo costoso giocattolino ad osservare e fotografare oggetti celesti, poi decide di dare più corposità al suo hobby e comincia a utilizzare questo strumento che pochi astrofili possono permettersi, per intraprendere degli studi di ricerca astronomica ed essere di supporto al mondo degli astronomi professionisti. Con l’aiuto di Silvano Casulli di Roma e con la guida di Ermes Colombini di Modena, si gettano le basi per lo studio degli asteroidi che in quel periodo venivano ancora snobbati dagli astronomi professionisti. In pochi anni il numero degli appassionati che frequentano l’osservatorio aumenta. Nasce il “TEAM S. Lucia di Stroncone” dove ognuno apporta un prezioso aiuto, contribuendo a quella che si può a ben ragione definire l’epoca d’oro degli anni fra il 1989 e il 1995. Sono Roberto Castellani, Saverio Lombardi, Danilo Paluzzi e Massimiliano Beltrame, ma è con Risoldi Vairo, Bernabei Gianni e Emiliano Gregori che si ha una svolta decisiva: entra in gioco l’informatica che sostituisce completamente l’attività su lastra fotografica. Lavorando a volte singolarmente, a volte collaborando fra loro, con tenacia e costanza, questo terzetto realizza una numerosa serie di softwares, permettendo l’automazione dei movimenti del telescopio e della cupola, velocizza i sistemi di ricerca, perfeziona i procedimenti per l’elaborazione dei dati prodotti. Si collabora attivamente con diversi osservatori italiani, scambiando liberamente e gratuitamente idee, esperienze, qualche softwares. Una prassi talmente fruttuosa che si sarebbe consolidata di lì a poco con la nascita del G.I.A. -Gruppo Italiano Astrometristi- e che diventa il punto di riferimento nazionale per la scoperta degli asteroidi. Con queste nuove tecnologie arrivano i primi successi: la scoperta di due asteroidi a cui vengono dati i nomi di Stroncone e Terni. In pochi anni, uno dopo l’altro, cadono nella rete del “TEAM S. Lucia” 180 asteroidi. Di questi, novanta sono stati catalogati in via definitiva e a quaranta sono stati dati nomi per lo più di personaggi illustri ternani. Il Minor Planet Center dello Smithsonian Astrophisical Observatory a Cambridge U.S.A. è il punto di riferimento mondiale per la scoperta di comete e asteroidi ed è a questo centro che il TEAM di S. Lucia invia sistematicamente i dati delle proprie scoperte. Sconosciuto ai più nella conca ternana, con la sigla MPC 589 l’osservatorio astronomico (astrometrico per l’esattezza) di S. Lucia, ottiene lusinghieri apprezzamenti durante i meetings annuali che si svolgono a Flagstaff (Arizona-U.S.A.). Altri astrofili cominciano a frequentare l’osservatorio e ognuno reca il proprio contributo in base al tempo che ha a disposizione. Ma il baricentro di tutte queste forze è sempre lui: Tonino! Tonino è sempre lì, a catturare immagini sempre più perfezionate, per poi elaborarle al computer. E’ lì a spronare gli altri per fare altre ricerche, a dispensare riviste, attrezzature, libri, sempre disponibile ed altruista, sempre a scocciarti al telefono per spingerti a togliere le pantofole ed andare a prendere freddo su da lui fino a tarda notte! Si aggregano nuove forze e oltre agli asteroidi, si intraprende un’altra ricerca nel campo delle supernovae (stelle che alla fine della loro vita, esplodono liberando per poco tempo una fortissima energia). Nel giro di qualche anno, dopo centinaia di notti impiegate a passare al setaccio galassie lontane centinaia di milioni di anni luce da noi, si scoprono due superovae. La prima, la “SN 1996AE” è ad opera di Tonino, Giovanna Cozzari, Vincenzo Russo. Alla seconda la “SN2004DG”, partecipano l’immancabile Tonino, Donatella Di Pasquale, Giulia e Federico Guerri, Marco Cristofanelli e, guarda caso un amico fotografo, Silvano Romanelli che non si fa certo pregare per documentare la scoperta. Parte del tempo di osservabilità al telescopio è tuttora impiegato per questo tipo di ricerca che grazie ad un significativo contributo tecnico di Stefano Valentini viene portato avanti da un nutrito gruppo di altri astrofili. E sì, perchè dopo la nascita dell’A.T.A.M.B. (Associazione Ternana Astrofili Massimiliano Beltrame) sono più di 50 i soci che frequentano sistematicamente l’osservatorio di S. Lucia, diventato a tutti gli effetti sede dell’associazione, attrezzato con una saletta per 25 persone a sedere e con computers e videoproiettore. Durante un viaggio negli U.S.A. per un congresso astronomico nel 2004, Tonino ritorna con un’altra camera CCD di maggiori prestazioni tecniche e, visto che oramai il contributo per la scoperta degli asteroidi è pressochè scemato per l’aumentato interesse degli astronomi professionisti che stanno utilizzando strumentazioni di livello ben più alto, l’interesse si sposta verso la fotometria. Analizzare e documentare la variabilità della luce che arriva a noi, ma soprattutto ottenere dei risultati che siano in linea con standard da professionisti, non è cosa di poco conto. Tonino inizia collaborando con l’astronomo svizzero Raul Beherend a cui invia dei lavori eseguiti sugli asteroidi e che serviranno a determinare la forma di questi oggetti irregolari. Poi arrivano dei segnali di aiuto da parte dell’ osservatorio astronomico di Asiago (leggi università di Padova) per ricerche sulle stelle variabili e si crea un gruppetto di persone che si cimenta in questa ardua impresa. Attualmente Tonino, Sergio Bacci, Valentino Scirri e Federico Tiberi, dopo numerosi tentativi, sono riusciti ad ottenere valori con tolleranze di errore di pochi centesimi di magnitudine. Sempre per la fotometria, è nata nel frattempo una fattiva collaborazione con l’università di Perugia per ricerche sulle Galassie Interattive e Gamma Ray Burst coordinate dall’equipe del Prof. Gino Tosti e l’osservatorio di S. Lucia sta eseguendo studi dettagliati sulla luce proveniente da quasars distanti miliardi di anni luce da noi! Le persone che si intendono un po’ di astronomia, sicuramente sapranno apprezzare queste entita! Come pure saranno in grado di apprezzare il valore dell’attezzatura mostrata in foto e realizzata da Tonino e Gianpiero Iatteri (nostro carissimo amico, purtroppo recentemente scomparso, proprietario dell’osservatorio di Polino che si è completamente autocostruito). Si tratta di una camera sotto vuoto per l’alluminatura degli specchi per astronomia, che solo pochi osservatori professionali hanno. Al Telescopio principale, si sono aggiunti progressivamente altri strumenti e alla data odierna fanno bella mostra di sé, al riparo della cupola di 5 metri di diametro, altri quattro telescopi con diverse caratteristiche tecniche, equipaggiati di tutto punto con filtri ed accessori, asserviti da tre telecamere CCD e con 5 computer. Ho la segreta speranza che con l’articolo sulla storia dell’osservatorio astronomico di S. Erasmo riportato sul precedente numero di questa rivista e con la descrizione di questo di S. Lucia e delle attività che in esso si svolgono, molte persone possano trovare il tempo, la voglia, la curiosità di contattarci, visitarci e, perchè no, incrementare questa nutrita schiera di appassionati dell’astronomia quali noi siamo. |
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