Articoli de “La Pagina ” di Dicembre/2012 |
Una soffitta sull’universo
Michela Pasqualetti
Overlooooook! Overloooooook! Dove sei finito? Eccomi Leonardo! Non preoccuparti, ero andato a dare una pulitina ai miei oculari… stasera voglio farti ammirare Giove in tutta la sua maestosità! Pensa, stasera si vedono anche le sue quattro lune tutte allineate!Le lune? Ma non è solo nostra la Luna? Devi sapere, amico mio, che anche gli altri pianeti del sistema solare hanno dei satelliti, detti anche lune, proprio come la Luna lo è per noi. Pensa che Giove, tra più grandi e più piccoli, ne possiede oltre 60. E perché mi hai detto che ne vediamo quattro? Perché sono quelli visibili con i nostri strumenti e scoperti da Galileo e sono: Io, Europa, Ganimede e Callisto. Io è l’unico corpo del sistema solare ad avere, come la Terra, un’attività vulcanica, Europa e Callisto si pensa abbiano sotto la superficie acqua fangosa che potrebbe ospitare anche piccole forme di vita come i batteri. Ganimede è il più grande dei quattro, ma non solo, è la luna più grande di tutto il sistema solare, più grande anche del pianeta Mercurio! Fantastico… ogni cosa che ci ruota intorno praticamente ha una sua storia indipendentemente dal fatto che sia grande o piccolo, una stella o un pianeta o un semplice satellite! Già… non dobbiamo pensare infatti che dal punto di vista scientifico siano importanti solo i corpi celesti maggiori e più conosciuti, ma anche quelli minori. Ma ora andiamo avanti con il nostro sistema solare!
Ma com’è l’ordine dei pianeti rispetto al Sole? Hai ragione, anche questa è una cosa importante e da sapere quando si parla del sistema solare. In ordine: Mercurio è il più vicino al Sole, allontanandoci troveremo Venere, poi ci siamo noi, ovvero la Terra, Marte, Giove, Saturno, Urano, Nettuno e infine Plutone che per la sua grandezza nel 2006 fu declassato a “pianeta nano” o “grande asteroide”. Considera che la sua grandezza è pari più o meno a quella del suo satellite Caronte: si potrebbe quasi parlare di un pianeta doppio! E’ un mondo formato da roccia e ghiaccio. Wow! Ma questi pianeti, tra di loro, hanno qualcosa in comune? Certo che sì Leonardo. Li possiamo suddividere intanto in due specie: rocciosi e gassosi, che poi sono quelli che andremo a vedere da vicino questa sera poiché stiamo osservando Giove che, insieme a Saturno, Uranio e Nettuno, fa parte di quei pianeti composti da gas |
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Come i Raggi Cosmici potrebbero aver causato le estinzioni di massa delle ere passate.
Tonino Scacciafratte
Pres. A.T.A.M.B.
(Prima parte) Una causa ben nota che determinò la scomparsa dei dinosauri 65 milioni di anni fa è da attribuire alla caduta di un grosso asteroide, ma studi di paleontologia a carattere internazionale hanno dimostrato che nelle ere passate, le estinzioni di massa sul nostro pianeta ce ne sono state tante e si sono succedute con scadenze periodiche . Altre cause sono state accreditate a riguardo, come la caduta di comete, intense attività di vulcanismo, alte concentrazioni di anidrite carbonica nell’atmosfera e lunghi periodi di glaciazioni. Recentemente però, una equipe di astronomi, hanno presentato una teoria che vede i Raggi Cosmici fautori della scomparsa ripetuta della vita sul nostro pianeta. Vediamo in che modo, iniziando a conoscere da vicino questi raggi. Alla fine dell’ottocento Rontgen scopre i Raggi X e pochi anni dopo Becquerel e i coniugi Curie scoprono la radioattività naturale di alcuni elementi . Verificando che in profondità del mare l’intensità di questa radiazione diminuiva (esperimento dell’italiano Pacini), e che a 5000 mt. di altezza, viceversa, questa intensità aumentava (esperimento a bordo di un pallone aerostatico dell’austriaco Hess, premio Nobel nel 1936), se ne deduceva che questa radiazione non era di origine terrestre ma veniva dallo spazio. Un secolo intero di esperimenti e rilevazioni sia al di fuori della nostra atmosfera con molteplici satelliti, sia con rilevatori sul suolo terrestre, sia in laboratori sotterranei, hanno affinato le nostre conoscenze e a considerare i Raggi Cosmici come particelle cariche provenienti dal nostro Sole, da Stelle e Supernovae della nostra galassia, nonché da Quasar e Buchi Neri di origine extragalattica. La loro pericolosità è tale da interferire con i cromosomi cellulari, spezzano il legame della doppia elica del DNA, procurano un invecchiamento cellulare, diminuiscono le possibilità di procreazione e sono la causa di formazioni tumorali. Per nostra fortuna abbiamo due scudi che ci proteggono: il primo è il campomagnetico terrestre che ne devia la maggio parte (vedi foto 1), e il secondo è la nostra atmosfera che interferisce a libello atomico, trasformando i protoni che arrivano dallo spazio in una pioggia di altre particelle come i Muoni ma che, a livello del mare, non sono pericolosi (vedi foto 2). Le cose cambiano se saliamo in alto. A 10.000 mt. di altezza l’intensità della radiazione aumenta di cinque volte, a l6.000 mt. di dieci volte e se andiamo fuori dell’atmosfera per esempio sulla Stazione Spaziale Internazionale di ben cento volte. Gli astronauti che vi stazionano, in un solo giorno assorbono una dose così elevata da essere paragonata a quella che assorbiamo noi comuni mortali in un anno intero qui sulla Terra. Un anno passato nello spazio equivale alla distruzione di un terzo del DNA in un corpo vivente!. Possiamo concludere questa prima parte con la consapevolezza che i Raggi Cosmici, in dosi elevate hanno il potere di interferire, in modo negativo, con l’evoluzione della vita sulla Terra e sul prossimo numero di questa rivista, ne daremo una spiegazione a carattere astronomico. |
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