Toro

A cura di Giovanna Cozzari

Toro

La costellazione del Toro è localizzata vicino al brillante Orione, il cacciatore. Seguendo la direzione della cintura di Orione (fig.1) verso l’alto a destra si arriva alla arancione Aldebaran (Alfa Tauri) “l’occhio del Toro”,  circa 100 volte più luminosa del Sole. Aldebaran  indica anche un’estremità dell’ammasso aperto delle Iadi, una figura a forma di”V” che corrisponde al muso dell’animale.  Aldebaran dista 65 a.l. mentre le Iadi si trovano ad una distanza di 151 a.l.: è l’ammasso stellare ufficialmente riconosciuto da tutti come il più vicino alla Terra. Con un binocolo 7×50 è possibile osservare (fig.2) numerosi dettagli dell’ammasso: il membro più brillante è la stella Theta Tauri, a metà strada tra Aldebaran e l’apice della “V”; in realtà consiste in due componenti, ben visibili con un binocolo ed appartiene a un “trio” di doppie binoculari che formano un piccolo triangolo equilatero. Un triangolo ugualmente ampio si trova sul lato superiore della “V”: Delta-1, la più luminosa, Delta-2 e Delta-3. Poco sotto a sinistra di Aldebaran un’altra doppia binoculare: Sigma-1 e Sigma-2. Sopra, un po’ più a destra delle Iadi, si nota un gruppo più compatto di stelle: sono le famose Pleiadi (fig.3), un ammasso aperto come le Iadi, ma tre volte più lontano, circa 410 a.l. e costituito da oltre 300 stelle. Una vista discreta ne distingue sei, ma occhi abbastanza buoni, sotto cieli limpidi, scorgono una settima e talvolta una ottava e una nona stella. Molti osservatori inesperti scambiano questo asterismo, a causa della sua forma, per il Grande Carro.  Sono citate nelle leggende di tutti i popoli della Terra e tutti i maggiori poeti le hanno cantate. Nella mitologia le Pleiadi, dette anche le Sette Sorelle, rappresentano le figlie di Atlante e di Pleione. Orione, innamorato delle sette fanciulle e della loro madre, le infastidì per cinque anni, finché Zeus, per sottrarle al noioso importuno, le trasformò dapprima in colombe e poi nell’omonimo asterismo. Anche le Iadi sono figlie di Atlante e Pleione e furono le nutrici di Dioniso. Giove le mutò in stelle e le portò in cielo. Secondo un’altra leggenda la metamorfosi delle Iadi fu provocata dalle lacrime (il loro nome significa “le piovose”) versate dalle fanciulle per la morte del fratello Iante. All’estremità del corno inferiore troviamo la Crac Nebula, la nebulosa del Granchio, il famoso resto di supernova, osservata dai cinesi nel 1054. E’ di magnitudine 8,4 e richiede quindi un buono strumento per essere vista distintamente. Nella mitologia greca la costellazione del Toro rappresenta Giove che si era trasformato in un toro, mansueto e dal manto candido, allo scopo di rapire Europa, la figlia del re di Creta.