Vergine

A cura di Giovanna Cozzari

Vergine, Corvo e Coppa

Se prolunghiamo oltre Arturo della costellazione di Bootes l’arco formato dalle stelle del timone del Grande Carro, incurvandolo ulteriormente verso sud, arriviamo prima sulla stella più luminosa della Vergine, Spica e, subito dopo, sul quadrilatero del Corvo.(fig.1) Appena ad ovest del Corvo si trova il debole gruppo della Coppa, che disegna nel cielo la tipica forma di una coppa a cui deve il nome. La Vergine (fig 2) è una costellazione enorme, seconda per estensione solo all’Idra, ha poche stelle luminose, ma la sua gemma è Spica (magnitudine 1, distanza 220 a.l. e oltre 2000 volte più luminosa del Sole)). Nelle raffigurazioni viene generalmente dipinta in posizione eretta o di fianco, con i piedi ad est, mentre solleva un fascio di grano nel braccio destro dove è posta Spica. E’ identificata con un gran numero di divinità diverse: con Ishtar, la dea della fertilità dei Babilonesi; con Astrea, la dea romana della giustizia; con Demetra dea delle messi ( la romana Cerere).

Nella regione compresa tra la Vergine, Denebola del Leone e la Chioma di Berenice si trovano centinaia di galassie relativamente luminose che fanno parte dell’ammasso Chioma-Vergine. Queste galassie costituiscono il più vicino grande ammasso di galassie, uno dei più massicci, con circa 3000 membri noti (11 sono state catalogate da Messier). Le moderne stime pongono il centro dell’ammasso a una distanza di circa 40 milioni di anni luce con i membri più vicini posti a 20 milioni di anni luce e le parti più lontane a 70 milioni.

Le costellazioni del Corvo e della Coppa sono collegate alla stessa leggenda: Apollo diede una coppa ad un uccello bianco (il corvo) con il compito di prendere dell’acqua da bere; l’uccello indugiò così tanto che infine il dio perse la pazienza, mutò il corvo da bianco a nero e lanciò sia l’uccello che la coppa in cielo.